“Tre nasi son quel che ci vuole per bere il Barolo”, scriveva Cesare Pavese ne “Il compagno”. Nel 1600 le uve Nebbiolo venivano già vinificate e apprezzate dai nobili e dai Reali di Casa Savoia, ma è grazie al contributo del Conte Camillo Benso di Cavour e alla sua idea di far venire nelle Langhe l’enologo francese Alexandre-Pierre Odart, che i processi di produzione migliorarono, portando alla creazione del “Re dei vini”. Da quei giorni il vino Barolo si è diffuso in tutta Italia e anche grzie alla "sponsorizzazione" di casa Savoia in tutta Europa.
Dal colore granata pieno e intenso, profumo al contempo fruttato e speziato; sia al naso, sia in bocca ricorda i piccoli frutti rossi, le ciliegie sotto spirito e la confettura, ma regala anche suggestioni di rosa e viola appassita, cannella e pepe, noce moscata, vaniglia e talvolta liquirizia, cacao, tabacco e cuoio.
Il disciplinare della DOCG indica un invecchiamento minimo di 3 anni.
Oggi il vino Barolo viene utilizzato non solo per bere e degustare ma anche in ricette molto famose della cucina piemontese come il brasato al barolo o i salamini al Barolo. Tutti prodotti tipici piemontesi che rendono grande la cultura enogastronomica del Piemonte.
Un'ottimo Barolo è il "Bussia" 2009 prodotto dall'azienda agricola Deltetto. Lo potete trovare online a questo link BAROLO BUSSIA. Penseranno gli amici di Dolcepiemonte a farvi arrivare il Barolo direttamente a casa vostra.
Oggi il vino Barolo viene utilizzato non solo per bere e degustare ma anche in ricette molto famose della cucina piemontese come il brasato al barolo o i salamini al Barolo. Tutti prodotti tipici piemontesi che rendono grande la cultura enogastronomica del Piemonte.
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